mercoledì 16 febbraio 2011

Caricatura al pre-vittorianesimo della Austen

Posto questo mio brevissimo scritto caricaturale non per ostentare doti letterarie che non ho, ma per fornire un esempio simpatico e curioso degli stimoli che il pensiero onirico riesce a dare.
Inoltre, a questo caso do anche una personale importanza dato che è stato uno dei primi (se non proprio il primo) in cui mi sono reso conto che da quegli stati mentali potevo trarne “qualcosa di buono”.

L’episodio risale ad alcuni anni fa. Una mia amica, appassionata delle scrittrice britannica Jane Austen, mi convinse ad acquistare un suo romanzo. Essendo a digiuno su questa autrice, decisi di non lanciarmi direttamente sui due suoi celebri romanzi Orgoglio e pregiudizio e Ragione e sentimento. Sono solito fare così quando credo che un autore meriti: per apprezzarlo appieno preferisco leggere prima alcune opere minori o semplicemente meno note, o precedenti ai grandi capolavori, per poi potermi godere questi ultimi al meglio.
Uscii quindi dalla libreria con L'abbazia di Northanger nella borsa.

Purtroppo con la Austen questa scelta non si è rivelata troppo felice.
Grandissima penna, eccelse definizioni di personaggi, piacevole trama. Ma quello stile pre-vittoriano invadente e precursore dei tempi… davvero poco sopportabile; perlomeno a tratti.

Finito di leggere il romanzo, scrissi una mail per commentarlo alla mia amica appassionata della Austen. Ne riporto qui un estratto

Ciò che non mi è piaciuto del romanzo, è il fatto che i suoi personaggi, e non fa' eccezione la sua eroina, li ho trovati falsi.

Ho anche provato a riflettere sul fatto che magari e' l'aristocrazia che produce quell'effetto. Ma non è così: sono aristocratici anche Oscar Wilde, o addirittura (per lo meno in ciò che ho letto) Goethe. Ma con scenari e protagonisti di tutt'altra tempra.

Ciò che non mi piace in Austen è il dilagante vittorianesimo (per quanto questo avesse ancora da venire), invadente, permeate, ossessivo: non lascia spazio! Non c'è capitolo, pagina atteggiamento o frase pronunciata che esca anche solo per un attimo da quello schema.

Tutto è appiattito sotto il peso di un artificioso buon gusto; anche i sentimenti!
Mai una reazione violente, ogni sofferenza è al più espressa da uno sguardo basso o da un pianto nascosto. Così come con c'è mai un esplosione di gioia, ma al più una buona predisposizione di spirito verso i balli e le passeggiate.
Come ha sottolineato un critico nella postfazione, i generali e i vari ufficiali, anche se si era nel pieno delle battaglie napoleoniche, non si sporcano mai gli stivali di fango, ma sorseggiano the ininterrottamente, si recano alle sale superiori a danzare o vanno a teatro.
E se qualche volta sono costretti a partire, e solo per questioni d'affari, per raggiungere accordi che gonfieranno ancor di più i loro portafogli, la stima della loro famiglia nella società e le doti delle loro figlie.
Così come non si possono sopportare tutte quelle false cortesie, gli stupidissimi motivi per cui i protagonisti si turbano e i continui ed insulsi arrossamenti (mi è venuto troppo da ridere quando la protagonista, prima arrossisce per un non nulla, poi si rende conto che non ce ne era motivo, e quindi arrossisce per essere arrossita prima... disgustoso)


La risposta fu un po’ infastidita, e la cosa mi dispiacque perché non era mia intenzione offendere il suo gusto letterario.
Pochi giorni dopo, mentre ero una sera nel letto, poco prima di addormentarmi, in uno stato ipnagogico, cominciai a visualizzare alcune scene e alcuni dialoghi (di cui al mattino non ricordavo i contenuti) tra dei personaggi del romanzo; mi balenò nella menta l’idea di provare a mettere su carta alcune di quelle scene cercando di imitare lo stile della Austen. Questo pensiero si conservò fino al mattino.

Pochi giorni dopo scrissi questa parodia della grande scrittrice. Inviatala alla mia amica, servì a strapparle un sorriso e a cancellare quella impercettibile incrinatura che il mio duro, per quanto non nelle intenzioni, commento aveva creato nel nostro rapporto.


Annette guardando fuori della finestra, si lasciò  sfuggire una di quei commenti che posso uscire con così tanta leggerezza solo da un animo sincero e smaliziato quel'era il suo. - Fuori il tempo sembra stia peggiorando; se continua così oggi pomeriggio le strade saranno alquanto fangose.

E mentre diceva ciò, spostò il suo sguardo dalla finestra al volto dell'amica, e per quanto questa reagì mostrando un sorriso come cenno di condivisione, dal fatto che subito dopo si affrettò ad abbassare lo sguardo - o almeno così parve ad Annette - si rese improvvisamente conto dal poco garbo che aveva avuto nei suoi confronti.

Come aveva potuto avere così in poco conto i delicati sentimenti dell'amica? E come aveva fatto a non considerare il fatto che simili osservazioni, proferite così di punto in bianco, avevano sempre un significato altro oltre a quello che apparentemente contenevano.

Improvvisamente fu presa da una forte agitazione, e arrossendo, abbasso anch'ella il suo sguardo e riprese a cucire.
Ma troppi pensieri affollavano la mente della nostra giovane eroina; troppi laceranti turbamenti le attraversavano le membra - Oh, povera Catherine! - Avrà sicuramente interpretato il mio commento come un rifiuto a passeggiare con lei dopo pranzo - Come ho potuto essere così scortese? - E se per tutta la giornata non dovesse riacquistare la sua gaiezza per colpa mia? - O mio Dio, non voglio neanche pensarci; sono sicura che non me lo perdonerei mai!
Provò a controllarsi Annette, ma in capo a pochi minuti, quando lanciando un rapido sguardo all'amica si rese conto che questa era ancora col capo chino intenta a proseguire il proprio lavoro, leggendo in quel gesto un chiaro segno di risentimento nei suoi confronti, non resistette oltre.
Posò le stoffe sulla sedia, e in preda al panico corse verso la porta. Una volta oltrepassatala, se la chiuse alle spalle, e appoggiandovisi, si abbandonò ad un pianto amaro.

Lieturon

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