giovedì 1 settembre 2011

La chiesa al tempo delle indulgenze nel XXI secolo

Torno dopo una lunghissima assenza, commentando, tra l’altro, un episodio anche un po’ datato.
Siamo a Madrid, nei giorni compresi tra il 16 e il 21 agosto. La cornice è la GMG (Giornata Mondiale delle Gioventù). Tra le varie notizie che rimbalzano sui media a proposito della visita del Papa in Spagna per la suddetta ricorrenza, una è davvero degna di essere sottolineata.

Ero a tavola quando da un malcapitato Tg1 mi pare di sentire un cronista che in collegamento da Madrid annuncia una certa decisione presa dall’arcivescovo della città.
Stentando a crederci, mi convinco di aver sentito male.
Ma ad un successivo telegiornale riascolto la notizia con limpida chiarezza. Nessun equivoco, avevo capito benissimo: il cardinal Antonio Maria Rouco Varela (arcivescovo di Madrid, appunto) ha autorizzato i sacerdoti che hanno confessato durante quei giorni ad assolvere dal peccato di aborto!

Si affrettino dunque i signori: l’offerta è limitata. Non se la facciano scappare!!

Con tutto il rispetto per i tanti cattolici d’Italia, trovo già difficile dover accettare l’idea che degli uomini indebitamente appropriatisi dell’appellativo di sacerdoti (non v’è nulla di sacro, o per lo meno di più sacro del normale; dovrebbero, più modestamente, accontentarsi di essere definiti “preti” che deriva da presbiteri, ossia anziani dell’assemblea dei cristiani), è già difficile, si diceva, accettare l’idea che costoro abbiano la facoltà di perdonare i peccati in nome di Dio, ma lasciarsi convincere che abbiano pure la facoltà di stabilire volta per volta quali peccati possano essere (da Dio) perdonati oppure no, è a dir poco ridicolo. Se a questo aggiungiamo che l’ “offerta” non è valida in base alle circostanze o alla sensibilità del confessore, ma, come un vero e proprio pacchetto promozionale, solo per un periodo limitato e solo a chi si reca in un determinato luogo… beh, c’è davvero da restarne sbigottiti!!

L’arcivescovo ha anche aggiunto che la decisione è stata presa affinché  <<tutti i fedeli che partecipano alla Giornata mondiale della gioventù possano più facilmente raggiungere i frutti della grazia divina>>.
 Ma mi chiedo: non eravamo stati tutti salvati per grazia? E la grazia non si ha gratuitamente per mezzo della fede? E non è forse vero che non ci sono opere da compiere per ottenere la grazia? Figuriamoci poi a quanto possa servire (a livello di grazia divina) andare ad un raduno…

Mi si potrà accusare di anticlericalismo, di relativismo e forse anche di blasfemia.

Mi si permetta allora di avvallare le mie considerazioni con l’aiuto del Nuovo Testamento.

Cominciamo dall’ultima questione posta. Nella lettera agli Efesini è esplicitamente scritto che “È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere, affinché nessuno se ne vanti.”(Ef 2:8-9)
Direi che c’è poco da aggiungere.

Veniamo ora alla questione della remissione dei peccati.
Tanto per cominciare a difficile credere che Dio possa perdonare o meno i peccati a qualcuno in base all’arbitraria volontà di qualcuno: molta più importanza dovrebbe avere il reale pentimento del peccatore e la sincera richiesta (direttamente a Dio) di perdono. Ma ancora più a monte c’è il fatto che nessuno tranne Dio ha autorità di perdonare i peccati (<<Chi può perdonare i peccati se non Dio solo?>> Lu 5:21). Gesù sulla Terra aveva questa facoltà, e questa è una delle diverse argomentazioni a favore della deità di Gesù (ma questo sarebbe un altro discorso).

A dire il vero, per onestà e completezza, Gesù risorto dice agli postoli <<Come il Padre mi ha mandato anche io mando voi. […] A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti.>> (Giov 20:21,23)
Questo passaggio non è di facile interpretazione. Molti, basandosi sul fatto che mai, ne negli Atti ne nelle Lettere,gli apostoli si attribuiscono la facoltà di perdonare i peccati, ne concludono che il senso delle parole di Gesù fosse “dichiarativo”, ossia la facoltà di annunciare a tutte le genti il perdono dei loro peccati tramite il sacrificio di Cristo per coloro che avrebbero creduto. In ogni caso, senza addentrarci troppo nella questione, rimane il fatto che, se anche gli apostoli avessero davvero ricevuto questa facoltà da Gesù, non c’è nulla che giustifichi un’estensione di questa facoltà anche ad altri (vescovi, presbiteri o chicchessia); e comunque, come già detto, a quanto ne sappiamo attraverso le Scritture, nessuno degli apostoli utilizzo mai questa (eventuale) facoltà. E se non lo fecero loro che ricevettero direttamente da Gesù il compito di evangelizzare compiendo miracoli e scacciando demoni, quanto meno saranno giustificati a farlo i “nostri” preti?!


Ma ancora più a monte c’è la questione del sacerdote come mediatore tra Dio e gli uomini. Questa teoria, oserei dire cruciale nel dogma cattolico, pare del tutto ingiustificata. Infatti anche in questo caso è esplicitamente scritto il contrario: “Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1Ti 2:5)

In definitiva, la “super promozione” dell’assoluzione del peccato di aborto non è che l’ultima ed una delle tante distorsioni che la chiesa cattolica compie per motivi “politici”, mediatici e più in generale di interesse e convenienza.

Sono passati diversi secoli, ma siamo ancora fermi al tempo delle indulgenze!
E allora: venghino signori venghino...

Lieturon

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